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Trieste – Premio operetta a Elena Zilio

Una forza della natura, una voce senza fine, un’impetuosa cavalcata musicale wagneriana, così si è presentata al pubblico triestino Elena Zilio. Ha cantato l’“Aria di Orlowsky” da Il Pipistrello di Johann Strauss e poi si è scatenata nella spumeggiante “Heja in den Bergen” da La Principessa della Csardas di Imre Kálmán. Mancava da Trieste dal 2010 quando in quest’ultima operetta interpretò il ruolo di Cecilia. Il pubblico non ha comunque dimenticato le sue innumerevoli partecipazioni al Festival Internazionale dell’Operetta dalla fine degli anni settanta per tutto il decennio a seguire, al fianco di Carlo Bini e Sandro Massimini, con Daniela Mazzucato e Max Renè Cosotti, entrambi presenti alla serata. Nel catalogo della mostra storica dell’operetta “Tu che m’hai preso il cuor” Danilo Soli ha scritto di lei che “passa dalle poetiche rinunce di Sogno di un valzer, dello Straus con una sola esse, al fascino di Frasquita, piccola Carmen, accanto a un vibrante Carlo Bini”. Racconta Soli di anni di festival in cui “dal soffitto scendono soubrettes con il paracadute e ballerine ruotano su dischi giganti alla Berkeley, tra spirali liberty e mosaici decò” e il Premio dell’operetta veniva assegnato a personalità del valore di Marcel Prawy e Otto Schenk. Invitata al Galà dell’Operetta e del Musical, in scena al Politeama Rossetti di Trieste il 22 aprile scorso, dall’Associazione Internazionale dell’Operetta per ricevere il 28° Premio Internazionale dell’Operetta, Elena Zilio ha ricordato il suo amore per Trieste, per la piccola lirica, per la musica e per lo straordinario gruppo di amici cantanti e musicisti con cui ha condiviso l’esperienza dell’epoca d’oro del festival triestino.

Il Galà ha regalato al pubblico, che ha riempito all’inverosimile il teatro, momenti di musica e canto emozionanti. Daniela Mazzucato e Max Renè Cosotti impegnati in brani famosi da La Duchessa del Bal Tabarin di Leon Bard (pseudonimo di Carlo Lombardo), da Paganini e Giuditta di Franz Lehár, da L’Acqua cheta di Giuseppe Pietri. Andrea Binetti ha accoratamente ricordato gli anni della Grande Guerra con “O’ Surdato ‘nnammurato”, mentre la Mitteleuropa Orchestra, diretta dal m° Romolo Gessi, intonava la “Piave Marsch” di Lehár e la “Florentiner Marsch” di Julius Fučik, aprendo le “danze” con la splendida Ouverture della Cavalleria leggera di Franz Suppè, il dalmata italiano, contemporaneo di Offenbach, divenuto il padre dell’operetta viennese. Nella seconda parte del programma è stato proposto un omaggio al Musical e ai grandi compositori americani, con brani da George Gershwin e dal Mago di Oz di Harold Arlen, interpretati da Stefania Seculin. L’Orchestra ha poi eseguito un’applaudita suite da “The Sound of Music” (Tutti insieme appassionatamente) di Richard Rodgers & Oscar Hammerstein.

Non poteva mancare un ricordo di Sandro Massimini, a vent’anni dalla sua scomparsa, nella città che l’ha tanto amato. A ricordalo i protagonisti della serata e il pubblico tra cui un nutrito gruppo di artisti amici, giunti in città appositamente per l’occasione.

 

Rossana Poletti

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