Prime anticipazioni sui programmi estivi dell’Associazione Internazionale dell’Operetta
Questo è l’anno delle celebrazioni per l’Operetta. Nascevano infatti duecento anni fa Jacques Offenbach e Franz Suppè, due compositori che segnarono l’avvio della piccola lirica, il primo in Francia e il secondo a Vienna. Offenbach, tedesco naturalizzato francese, inventò tout court l’operetta, ne fece uno degli spettacoli più seguiti e attesi nella Parigi dell’Ottocento. La sua satira sociale e politica nei confronti dell’alta società dell’epoca attirava vere e proprie folle al Théâtre des Bouffes-Parisiens. Una curiosità: Bataclan, il nome del locale che fu oggetto di un attentato nella capitale francese un paio d’anni fa, è il titolo di un suo lavoro. L’Associazione Internazionale dell’Operetta di Trieste lo ricorderà ospitando la coproduzione internazionale tra la Capelle Reine Elisabeth di Brussells e il Piccolo Festival del FVG, in collaborazione con l’Opera di Monte-Carlo, della divertente operetta di Jacques Offenbach “Monsieur Chofleuri”, nell’ambito delle iniziative dell’estate triestina al Castello di San Giusto. L’associazione giuliana ha già realizzato uno spettacolo teatral-musicale “Un calicetto con Suppè, in cui si racconta una succosa permanenza a Trieste del compositore. Dalmata, di famiglia italiana, nipote di Donizetti, aveva intrapreso gli studi giuridici a Padova, spinto dal padre, ma l’amore per la musica lo portava spesso alla Scala di Milano ad ascoltare le ultime opere del prozio e di un giovanissimo Verdi, per il quale stravedeva. Alla scomparsa precoce paterna la famiglia si stabilì a Vienna e qui Francesco Ezechiele Ermenegildo Suppè si dedicò prevalentemente all’operetta, in particolare sono famose le dispute musicali a distanza con Offenbach alla cui “Bella Elena” rispose con “La Bella Galatea”. L’attaccamento all’italianità restò sempre presente nella sua composizione, dedicò al suo paese infatti l’operetta “Boccaccio”, del quale “Mia bella fiorentina” è un’aria ancora oggi molto nota. E’ considerato il padre dell’operetta viennese, anche se la sua fama fu offuscata da Strauss e successivamente da Lehár.
Il clou dell’attività dell’Associazione Internazionale dell’Operetta di Trieste al Castello di San Giusto, contenitore che storicamente ospitò tante grandissime produzioni nell’ambito del Festival Internazionale dell’Operetta, sarà a metà estate la produzione, in chiave di grande concerto scenico, del “Paese dei Campanelli”. Regista del nuovo allestimento sarà Andrea Binetti, attualmente impegnato nella realizzazione di “Bastiano e Bastiano” di Mozart al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste. Fatto curioso di quest’ultimo lavoro è che il compositore salisburghese volle chiamare lo singspiel con l’appellativo in italiano di operetta. Pur trattandosi di opera buffa, e Mozart può essere in questo senso essere indicato come precursore del genere, i più ritengono che il significato che il giovanissimo Mozart volesse attribuire alla parola era di piccola opera.
Tornando al “Paese del Campanelli”, scritta quasi 100 anni fa da Carlo Lombardo e musicata da Virgilio Ranzato, l’allestimento sarà ambientato nell’odierna Trieste, nella città che vede in aumento oggi i suoi traffici portuali grazie al consolidarsi dei mercati dell’Europa centro-orientale e la riapertura della Via della Seta. Anche gli odierni marittimi, che viaggiano con le navi su queste nuove rotte, lasciano sole le mogli, le quali li omaggiano di tradimenti, svelati dai campanelli che suonano sopra le case. In scena i più collaudati interpreti d’operetta triestini, da Ilaria Zanetti allo stesso Andrea Binetti, da Marzia Postogna a Mathia Neglia, con l’immancabile Corrado Gulin al pianoforte, capace di grandi arrangiamenti musicali utili in un concerto scenico che coniughi narrazione, recitato e canto.
Rossana Poletti