INFORMAZIONI E APPROFONDIMENTI DEDICATI AL MONDO DELL’OPERETTA E DEL TEATRO MUSICALE IN ITALIA ED EUROPA
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DIE FLEDERMAUS (IL PIPISTRELLO)

di Johann Strauss al Teatro alla Scala

 

Per la prima volta approderà nel massimo tempio della lirica italiana “Il Pipistrello” la più celebre operetta di Johann Strauss, da sempre considerata il capolavoro del “re del valzer” viennese.

Dal 19 gennaio all’11 febbraio il Teatro alla Scala metterà in scena questa nuova produzione con il coro, il corpo di ballo e l’orchestra diretta da Zubin Mehta.

Se in molti palcoscenici dell’area danubiana – e a Vienna in particolare – Il Pipistrello è un titolo frequentemente rappresentato (per tradizione la Staatsoper di Vienna mette in scena questa operetta la sera del 31 dicembre), finalmente anche in Italia i cartelloni della lirica si aprono a questa e ad altre celebri operette!

Da segnalare che la parte del “buffo” carceriere Frosch è affidata a Nino Frassica che certamente darà un singolare piglio interpretativo molto “mediterraneo” al personaggio straussiano.

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DIE LUSTIGE WITWE

La vedova allegra – in lingua originale – alla Fenice di Venezia

Sarà “La Vedova Allegra” di Franz Lehàr in versione originale con sopratitoli in italiano ed inglese ad allietare il prossimo carnevale di Venezia. E’ infatti programmata dal 2 al 13 febbraio 2018 al Teatro La Fenice di Venezia una nuova produzione dell’operetta in assoluto più famosa al mondo.

Con la direzione di Stefano Montanari, la regia di Damiano Micheletto, le scene di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti e con l’orchestra e coro dello stesso Teatro La Fenice, questo nuovo allestimento è presentato in coproduzione con il Teatro dell’Opera di Roma.

Se ci rallegra che le massime fondazioni liriche diano ancora spazio all’operetta, come genere teatrale di uguale livello artistico ad altre forme di spettacolo e di sicuro richiamo di pubblico, ci rincresce constatare che le scelte ricadano sempre e solo su uno o due titoli (“La vedova allegra” di Lèhar, “Il pipistrello” di Strauss) quando invece il repertorio operettistico potrebbe offrire un panorama molto più vasto e con autori di uguale rilevanza (Kàlmàn, Abraham, Stolz, ma anche gli italianissimi Pietri, Leoncavallo, Ranzato, Costa….).

Non ci resta dunque che augurarci che finalmente anche la “piccola” lirica possa presto sdoganarsi da qual suo retaggio di spettacolo “minore” per approdare a tutti i più importanti palcoscenici musicali d’Italia.

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L’operetta è tornata a Trieste:
SUONI DAL DANUBIO E LA VEDOVA ALLEGRA

con il teatro Nazionale di Budapest

A Trieste la tradizione dell’operetta ungherese viene da lontano, da quei favolosi anni 60, quando per svariate motivazioni il Teatro Verdi interruppe il Festival, era la prima volta e non fu senza dubbio l’ultima, per riprenderlo soltanto nel 1970 al Politeama Rossetti. A mantenere la tradizione, che aveva visto un Castello di San Giusto strapieno e traboccante di pubblico e di tanti personaggi straordinari, in quel decennio ci aveva pensato un imprenditore triestino, Emilio Paterniti, proprietario di una importante agenzia di viaggi. Aveva contattato direttamente a sue spese compagnie ungheresi di operetta e fatte esibire a San Giusto. Scorrendo le locandine dell’epoca si scoprono titoli più o meno noti e nel 1965 anche un “Budapest Show” che ricorda tanto nei contenuti il “Gran Galà dell’Operetta – Suoni del Danubio” che ha aperto la settimana di spettacoli al Rossetti, dedicata alla piccola lirica. Protagonisti i solisti, il coro, il corpo di ballo e l’orchestra del Teatro Nazionale dell’Operetta di Budapest, una compagine di un’ottantina di artisti agguerriti. Agguerriti, sì, è il termine giusto per definire un gruppo motivato, che gira senza intoppi, tutti cantano, tutti ballano, per parafrasare una macchina da guerra. Hanno proposto un lungo spettacolo diviso per temi: Vienna, Budapest, Ricordi parigini, Messaggi da terre lontane, Sangue e fuoco magiaro e per concludere l’esibizione della “Budapest Gipsy Orchestra”, con cembalo, violini, contrabbasso e fiati, che ha interpretato una strepitosa Csardas di Monti, a suggerire che la musica non ha frontiere neanche nei generi.
Veri protagonisti della serata sono stati i brani degli austro-ungarici Lehár, Kálmán e Abraham, a cui aggiungere la bellissima “Quinta Danza ungherese” di Brahms, un pizzico di Stolz e Strauss e poco altro. L’apertura dedicata al bellissimo valzer di Strauss, Sangue viennese, ha visto volteggiare coppie di ballerini candidi e luccicanti, che si sono calati anche in parti buffe e divertenti di soldati ubriaconi, oppure in perfetti costumi nazionali magiari, il cui spirito la compagnia intera rappresenta profondamente. Non potevano mancare arie romantiche e passionali, da Meine Lippen a Tu che m’hai preso il cuor di Lehár, dalla Leggenda della Vilja a Vien Tzigan dalla “Contessa Maritza” di Kálmán, per concludere con canti d’insieme come Bruna Bimba d’Ungheria e il can can tratto da “La Bajadera” sempre di Kálmán.
Il giorno dopo si volta pagina e scene, perché sul palcoscenico del Politeama Rossetti è apparsa “La Vedova allegra”.
Mai fu vista qui una Vedova così allegra. Un solo motivo: l’allestimento, una vivace versione del capolavoro di Franz Lehár da parte del Teatro Nazionale dell’Operetta di Budapest. Ma non è stata l’unica particolarità della situazione: in scena infatti una compagnia ungherese che cantava e recitava in italiano un’operetta scritta in tedesco. Benvenuti nella Mitteleuropa, solo da queste parti possono accadere situazioni di questo tipo. Anzi se possiamo aggiungere un commento, il linguaggio approssimativo, gli accenti sbagliati hanno donato alla rappresentazione un nonsoché di esotico da renderla anche più spassosa. Ad un primo tempo più lento, con qualche incertezza negli attacchi, si è arrivati poi ad un secondo tempo scoppiettante in cui emergeva tutta la passione travolgente dei due protagonisti, Anna Glawary e il conte Danilo, e le esuberanze della piccola, buffa corte del Pontevedro.
La storia di Anna Glawary è troppo nota per essere ricordata. Monika Fischl, che la interpreta, incanta per la sua brillante presenza scenica. Va ricordato che Lehár in questa operetta deride il piccolo regno del Montenegro, povero e arretrato, e che questo fatto si evidenzia nel bisogno della corte di far sposare il conte Danilo, il bravo Zsolt Vádas, alla ricca giovane ereditiera. Questa evidente derisione, messa in atto anche attraverso i buffi e sciocchi personaggi della corte pontevedrina, l’assonanza del nome poi è significativa, innescò a quel tempo grandi proteste in tutti i teatri dell’impero, ma in particolare a Trieste, città in clima di irredentismo, anche perché la montenegrina Elena era finita in sposa al re d’Italia. Due personaggi triestini compaiono nel gruppo ungherese. Andrea Binetti nei panni del Barone Zeta, il cornificato padrone di casa, che con il suo fedele servitore Njegus, interpretato da Alessio Colautti, costruiscono il telaio su cui si innestano arie, melodie e gag dell’operetta. La dirigenza ungherese ha già annunciato per la prossima stagione un’operetta di Kálmán, ancora in lingua italiana. Peccato che Trieste non creda più al successo dell’operetta (teatro sempre pieno con prezzo del biglietto non proprio simbolico) e si debba ricorrere a forze esterne per avere grandi allestimenti. Forse per dirla con Colautti “Trieste è più amata dagli altri che dagli stessi triestini”.

Rossana Poletti

 

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Al Teatro Romano di Trieste
“Operetta sotto le stelle”

A rinverdire i fasti di Trieste capitale dell’operetta italiana, dopo la rinuncia del Teatro Verdi a programmare lo storico “festival”, ci hanno pensato questa estate il Teatro Rossetti, con l’ospitalità del Teatro dell’operetta di Budapest (di cui diamo una ampia recensione) e l’Associazione Internazionale dell’Operetta che ha programmato, il 20 agosto, lo spettacolo“Operetta sotto le stelle”.

Il tenore Andrea Binetti, il mezzosoprano Nicoletta Curiel ed il pianista e arrangiatore Corrado Gulin hanno proposto, davanti ad un teatro tutto esaurito, un viaggio tra i classici della scuola danubiana con brani tratti da “La vedova allegra”, “La contessa Maritza”, “La Principessa della csardas” e “Il paese del sorriso”. In programma anche altre incursioni, che spaziavano tra le note de “La duchessa di Chicago”, “Ballo al Savoy” e “Al Cavallino bianco”. A “cucire” le note con i ricordi, ci ha pensato Rossana Poletti, anche lei di scena per colorare lo spettacolo con aneddoti e piccoli frammenti di una grande storia musicale.

 

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Continua per il secondo anno la tournée del musical
“LA PRINCIPESSA SISSI”

si rinnova il successo in molti teatri d’Italia

Dopo lo straordinario successo della scorsa stagione “La Principessa Sissi”, il nuovo musical firmato da Corrado Abbati con le musiche originali di Alessandro Nidi è ora pronto ad affrontare nuovi pubblici in tutta la penisola.
Dal Teatro Palapartenope di Napoli (uno dei più grandi spazi teatrali d’Italia con i suoi 6.000 posti – dal 25 novembre), al Giovanni da Udine (21 dicembre), passando per il Teatro Municipale di Piacenza dove è inserita nella stagione Lirica tradizionale (7 gennaio), fino al Teatro Sociale di Trento in una edizione “speciale” con orchestra dal vivo (6 febbraio), la prossima tournée de “La Principessa Sissi” si preannuncia densa di importanti appuntamenti in prestigiosi teatri.
Se la storia di Sissi è diventata una leggenda romantica con un grande seguito popolare, rinverdito anche dalle tante serie televisive e dai celebri film interpretati da Romy Schneider, il fascino della bella e giovane principessa si è ora rinnovato in teatro con questo nuovo spettacolo dove l’ambientazione, lo sfarzo, gli amori e soprattutto la musica hanno saputo ricreare l’atmosfera storica e sentimentale capace di conquistare ancora una volta il pubblico di ogni età.
Definita dalla stampa “l’incantevole Sissi, la principessa romantica che fa rivivere il classico” (Gazzetta del Mezzogiorno), oppure “Sissi, la principessa che non tramonta” (Giornale di Vicenza), o anche “Sissi, la favola senza tempo” (La Provincia), tutti hanno riconosciuto allo spettacolo diretto da Corrado Abbati una straordinaria vivacità ed eleganza tanto da collocarlo a metà strada fra l’opera moderna e la commedia musicale.
Una menzione speciale va anche riconosciuta ai tanti interpreti, tutti attori-cantanti e ballerini, la cui professionalità ed affiatamento hanno sempre riscosso i favori del pubblico; fra tutti ricordiamo Antonella Degasperi, Fabrizio Macciantelli, Antonietta Manfredi, Cristina Calisi (che oltre interpretare una spigliata Sissi firma anche le coreografie dello spettacolo) e lo stesso Abbati che veste i panni del buffo duca Max di Baviera, padre della principessa.

foto spettacolo la principessa Sissi

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“GIGÌ – innamorarsi a Parigi”

la nuova produzione di Corrado Abbati pronta a sfidare il pubblico

Sono iniziate in questi giorni le prime fasi di allestimento della nuova produzione che la Compagnia diretta da Corrado Abbati porterà in tournée nella prossima stagione teatrale.
Dagli stessi autori di My Fair Lady, premiata con 9 premi Oscar, ripresa trionfalmente a Broadway, arriva ora nei teatri italiani: Gigì (innamorarsi a Parigi), il musical di Alan Jay Lerner e Frederick Loewe, tratto dal famoso racconto di Colette.
A sessant’anni dalla nascita di questo musical (1958) Corrado Abbati ha pensato di riportarlo in Italia (a Broadway il suo revival è un grande successo) e per la prima volta nella sua versione originale valorizzandone lo spartito: una partitura raffinata, gradevole, allegra e orecchiabile e mai banale. Loewe, con poche pennellate musicali, ricrea con straordinaria arguzia le atmosfere parigine di primo Novecento a cui corrispondono anche il lusso dell’ambientazione e lo sfarzo dei costumi che sicuramente non mancheranno nella rielaborazione immaginifica di questa nuova produzione. Ma il lavoro non si ferma solo ad una elegante messa in scena, bensì a valorizzare quelli che sono i veri punti di forza di questo spettacolo: la già citata musica, lo sviluppo e l’evoluzione dei personaggi e le tante spettacolari scene di massa. Questa Gigì, nelle intenzioni di Abbati, vuole essere spensierata, effervescente come una coppa di champagne, piena d’allegria in una Parigi da innamorati.

foto spettacolo Gigì - Innamorarsi a Parigi

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Questo website si propone come nuovo strumento di informazione e comunicazione essenzialmente dedicato al mondo dell’operetta e del teatro musicale in Italia. In una realtà, come quella italiana, dove viene spesso trascurato un genere di spettacolo come l’operetta, che pure ha una lunga tradizione e una grande popolarità, ci è parso necessario tenere vivo l’interesse e soprattutto stimolare la curiosità di chi si avvicina a questa forma di teatro o vuole approfondirne la conoscenza.
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